Due anni dalla prima pietra all’edificio completo, 60 milioni di euro di investimenti, 200 persone che vi lavoreranno a pieno ritmo: il centro ricerca e sviluppo di Petronas di Santena, provincia di Torino, è il cuore pulsante dove nascono benzine e lubrificanti per la Mercedes campione del mondo. All’inaugurazione del nuovo centro si è mosso tutto lo stato maggiore, da Toto Wolff ai piloti Bottas ed Hamilton col vicepresidente mondiale Dato Sri giunto appositamente dalla Malesia. E’ un riconoscimento importante per l’Italia e per una provincia in cui la Embraco ha appena licenziato 500 persone mentre aziende straniere, come la Petronas, vengono a investire in tecnologia in Italia: “Per noi la cosa più importante è il capitale umano – dice Dato Sri – non importa la nazionalità, italiani giapponesi arabi o malesi, ma la mente che con la ricerca e la fantasia porta innovazione. Abbiamo scelto l’Italia perché qui c’era un cuore pulsante, la fantasia ed è la patria dei motori, qui abbiamo voluto sviluppare il nostro business perché ricerca e sviluppo sono alla base dei successi del futuro e noi vogliamo trasferire questi elementi a tutti coloro che in Malesia operano con noi”.
Giuseppe D’Arrigo, CEO PLI, ha svelato anche le difficoltà inerenti la prossima stagione di F.1: “Un motore di solito durava dai 5 mila ai 6 mila km, adesso ne deve superare 7 mila e avere le stesse prestazioni consumando magari meno. Qui l’anno scorso abbiamo sviluppato oltre 250 tipi di benzine e diversi tipi di lubrificante. La nuova regolamentazione delle F.1 ibride ha portato due fasi ben distinte. Nel 2014 e 15 erano le benzine a far la differenza, nel 2016 e 17 sono stati i lubrificanti a essere determinanti. Una F.1 usa un totale di 9 kg di olio, divisi fra quello per il motore, il cambio e la parte elettronica dell’ERS, sono tre lubrificanti di tipo diverso, studiati in laboratorio e con caratteristiche diverse fra loro e sono il frutto della ricerca dei nostri laboratori”.
Sono derivati dal petrolio o sono di origine sintetica? “Diciamo che di petrolio come componente base non ce ne è molto ma sono frutto dei nostri tecnici per cui non vado oltre” Ovvero, gli olii lubrificanti di F.1 sono il prodotto di una ricerca che ha creato un prodotto sintetico non esistente in natura e derivato da esperimenti di laboratorio, ovvero siamo di fronte alla fantascienza bella e buona che si realizza in Italia: “Abbiamo un altro problema da risolvere – dice Dato Sri – ovvero come ridurre le emissioni di Co2 ed Nox andando più veloci e consumando meno. Diciamo che con la F.1 questo aspetto viene esasperato e abbiamo imparato tantissime cose”. E conclude D’Arrigo: “La sfida 2018 ci dice che avremo motori che dureranno di più, consumeranno di meno”. In tutto questo Hamilton ha espresso la sua sorpresa: “Quando ho visto i valori di potenza del motore 2018 e la durata, sono rimasto davvero impressionato, non credevo si potessero fare certe cose, adesso tocca a noi in pista darci dentro e per il mondiale sono fiducioso“.
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