A CACCIA DI RE(A) JONATHAN, MA QUANTI DUBBI…

 

Tra poco più di un mese il campionato mondiale SBK 2019 andrà ad aprirsi ma, paradossalmente, certezze e dubbi si mescolano e si sovrappongono lasciando un alone di incertezza e di perplessità quanto meno inquietante sul campionato. 

Con Jonathan Rea alla ricerca del suo quinto alloro iridato consecutivo, un record che sarebbe davvero arduo quanto meno eguagliare, impossibile non rimanere sorpresi dal record negativo di iscritti nella storia della serie, solo diciotto riders; anche se tra i nomi non è la qualità a mancare, di certo il timore è che uno schieramento numericamente “impoverito” possa non risultare appetibile per il pubblico ed i media.

 
I cambi di sella configurano la novità più importante, laddove Leon Haslam raggiunge Rea in Kawasaki, Sykes passa in BMW, Melandri va in Yamaha con il campione del mondo in carica del World SSP Cortese, l’ex MotoGP Alvaro Bautista si insedia in Ducati ed il nipponico Kiyonari completa con Camier il team Honda; se tra i “top riders” solo Rea non ha cambiato magari è perchè, si permetta un’ipotesi maliziosa, il pilota più forte ha voluto rimanere sulla moto migliore… 

 

 
Nello schedule degli eventi è stata aggiunta la domenica mattina una gara aggiuntiva “sprint”, la nuova “Superpole Race”, basata su soli dieci giri e punteggi ridotti assegnati ai primi nove classificati; il risultato finale è che di fatto ci sono meno prove e una gara in più, una qualifica unica, la domenica tre gare con questa inedita “Sprint”, una corsa di una decina di minuti o poco più che assegnerà punteggi validi per la classifica (12 al vincitore, 9 al secondo, 7 al terzo ecc.) ma non avrà valore a fini statistici… 

Peraltro, non facile districarsi tra i meandri delle nuove regole, con solo due sessioni di prova invece delle tre del 2018, con la Superpole di una sola sessione per decidere la griglia dello start di Gara 1 e quella della “sprint race” della domenica mattina alle 11. La classifica della gara sprint definirà anche le prime tre file di Gara 3 mentre per le altre posizioni in griglia (dal decimo in giù) conteranno i tempi della Superpole; sembra un rompicapo, ma è la realtà! 

Una novità, in un contesto che vede la SBK in crisi, con il pubblico negli autodromi in calo, l’audience tv ai minimi storici, un sempre minor interesse dei media e, ultimo ma forse più importante, con i grandi sponsor ridotti al lumicino, che sembra non piacere a nessuno ma che nessuno si sente di contestare; sembra troppo poco (e troppo complicato) per rivitalizzare l’interesse, forse troppi i rischi per i piloti in una manche che, pur portando punti, rimane di fatto fine a se stessa. 

Il calendario risulta strutturato su 13 tappe; apertura a Phillip Island il 22-24/02, seconda tappa a Buriram il 15-17/03, quindi la serie di gare europee con Aragon (05-07/04), Assen (12-14/04), Imola (10-12/05), Jerez (07-09/06), Misano (21-23/06), Donington (05-07/07), tappa a Laguna Seca (12-14/07), prima di Portimao (06-08/09), Magny Cours (27-29/09) e San Juan (11-13/10). Chiusura del mondiale sul circuito qatariota di Losail il 24-26/10. 

Difficile ipotizzare, con 62 punti teorici per ogni appuntamento, se vi sarà un maggiore equilibrio o se si assisterà ad una chiusura dei giochi ancor più anticipata; ogni weekend perso, ogni infortunio, ogni errore “peseranno” ancor di più, di certo un ulteriore dubbio per gli addetti ai lavori, come se già non bastassero quelli esistenti…

 

 

 

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