ICE CHALLENGE 2025, UN’OCCASIONE D’ORO DA SFRUTTARE

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Abbastanza a breve si aprirà la stagione 2025 dell’Ice Challenge, il criterium italiano di gare su ghiaccio, per gli organizzatori un’occasione unica ed irripetibile per poter trasformare la manifestazione nell’evento per eccellenza delle gare di questo tipo, considerato come da quest’anno il Trofeo Andros, dopo 35 anni di successi, non verrà più disputato, come comunicato già prima dell’avvio dell’edizione 2024.

Gli organizzatori hanno avuto un anno di tempo per prepararsi al meglio per questa opportunità, e ci si attende che abbiano approntato un calendario adeguato nelle date (evitando di pensare di gareggiare ad inizio marzo) e nel numero delle gare, che abbiano definito dove correre, che abbiano valutato come “accogliere” vetture che sino ad un paio di anni fa gareggiavano nella serie francese, che portino anche qualche nome “importante” (che attira sempre pubblico), e quant’altro farebbe fare alla serie un deciso salto di qualità.

Si tratterà, per l’Ice Challenge, di mostrare se e cosa “vuol fare da grande”, e se vuole uscire da un ambito strettamente locale per darsi una connotazione più ampia; il fatto che non vi siano altre gare di questo tipo configura un’occasione unica per divenire leader, ma questo implica una serie di fattori su cui lavorare.

Un’incognita, certa, è il meteo; sicuramente queste gare necessitano di temperature al di sotto dello zero, per cui il rischio è di trovarsi di fronte ad un inverno “caldo” che ostacola i programmi, è un elemento che va, nel caso, previsto ed a cui far efficacemente fronte; qui sinora Ice Challenge ha palesato limiti evidenti, con un calendario che negli ultimi anni partiva dalla terza decade di gennaio per arrivare a fine febbraio, un errore organizzativo da evitarsi nel futuro.

La base per crescere ci sarebbe, nelle due ultime edizioni si sono abbondantemente superate le 40 vetture, ed il numero, in proiezione, potrebbe essere destinato a crescere; sarebbe opportuna però una crescita non solo in quantità ma anche in qualità, con la partecipazione di qualche pilota in grado di attirare il pubblico e di regalare spettacolo, non ascoltando i mugugni di chi vorrebbe “vincere facile” (che diamine, un titolo va anche meritato!).

Sicuramente necessario avere un panorama di almeno 4-5 circuiti; il solo tracciato di Pragelato, che peraltro non favorisce i sorpassi, non può bastare, un campionato “importante” non può prescindere dal portare piloti e pubblico su più realtà, e la formula “reverse” può solo essere un palliativo per situazioni di emergenza.

Come avveniva nel Trofeo Andros (giusto prendere quanto di buono fatto da altri) varrebbe la pena di proporre le gare per le motociclette, appassionanti ed ad alto tasso di spettacolo, e dove un parco partenti sarebbe abbastanza agevole da reperire.

Per fare tutto questo, e magari anche altro, servirebbe però una struttura organizzativa di livello manageriale, con persone che sappiano programmare, predisporre, tenere i contatti, gestire le pubbliche relazioni, acquisire gli sponsor, ed altro ancora, e sino allo scorso anno la struttura (ma speriamo che quest’anno sia servito in merito) non sarebbe stata in grado gestire adeguatamente un evento di un certo livello.

Speriamo di essere smentiti, e che già dall’ufficializzazione del calendario non vi siano sorprese (tipo annunciare circuiti che esistono solo nelle intenzioni, come già occorso) e che l’evento si presenti al via al top; diversamente, ci troveremo a parlare dell’ennesima occasione d’oro gettata alle ortiche per poter presentare agli appassionati un evento di rilievo, di una scommessa che non si è voluta accettare.

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