DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT
AUSTIN – Ha vinto Verstappen e lo ha fatto alla Hamilton, ovvero controllando la corsa senza farsi prendere dal nervosismo e gestendo tutto al limite pur in un duello a distanza. Senza dubbio nel GP Usa la vittoria di Max su Hamilton è di quelle pesanti. Non solo perché porta a 12 punti il vantaggio in classifica generale a 5 gare dalla fine, ma proprio perché a livello mentale è stata una battaglia senza esclusione di colpi. E pensare che alla prima curva Verstappen si è fatto sorprendere, ha tentato di chiudere subito Hamilton, partito meglio, ma finendo largo ha rischiato di rovinare tutto.
DALLO SVARIONE AL VIA, ALLA CORSA RAGIONATA
Da quel momento in poi è stata una corsa sul ritmo, sulla strategia e sui pit stop. Anticipati quelli Red Bull e con ragione. Dopo il primo pit, con Hamilton davanti ma rientrato al box 3 giri dopo, il vantaggio di Lewis è scomparso, anzi si è trovato indietro di 6 secondi rispetto al rivale. Altra tirata e altro pit, sempre anticipato per Red Bull e Lewis che replica secco a Toto Wolff che gli dice di rientrare: “Lasciamo stare fratello, so che succede”. E infatti, dopo un secondo pit ritardato, con gomme più fresche rispetto a quelle Red Bull, la previsione di Hamilton è andata vicina alla realtà: “Negli ultimi tre giri ci giochiamo tutto”.
HAMILTON SBAGLIA LA PREVISIONE
Non è successo, perché contro questo Verstappen c’è poco da fare. E’ un talento che adesso ha anche esperienza e sta dimostrando di sapersi gestire, anche se alla prima curva la frittata sembrava fatta. Alla fine il secondo e 333 di distacco è stato sufficiente per avere ragione di un mastino come Hamilton che dalla propria espressione sembra aver capito che il suo settennato stia per concludersi. Il resto della truppa, praticamente inesistente. Perez terzo fa felice la Red Bull, ma è staccatissimo a 42 secondi dal primo.
FERRARI UN QUARTO DI CONSOLAZIONE
Leclerc bravo a portare al quarto posto la Ferrari dopo una gara senza infamia e senza lode si è beccato 52 secondi di distacco con Sainz settimo superato pure da Bottas sul finire, dopo il solito pit stop a rilento (posteriore sinistra che non si aggancia) è addirittura a oltre 1 minuto e 23. Il resto tutti doppiati, Norris escluso. Su una pista da un minuto e 40 al giro, beccarsene uno di distacco fa capire a che livello hanno viaggiato i primi due. E quindi, visto che sono praticamente allo stesso livello, con un Verstappen forse un po’ più fresco di Hamilton (età anagrafica e situazione team) il finale di stagione dovrà per forza di cose vedere la Mercedes tirare fuori qualcosa in più rispetto ad ora.
A PARTE I PRIMI 8, TUTTI DOPPIATI GLI ALTRI
Cosa difficile ma non impossibile, anche se fra due settimane in Messico la Red Bull è favorita ancora come si è visto in passato. Venendo alla corsa degli altri, la Ferrari ha avuto la meglio sulla McLaren con Leclerc e insieme a Sainz ha consentito alla rossa di recuperare dei punti in classifica generale per il quarto posto. Quello che conta, però, è che le modifiche al motore sembrano funzionare e che la strada imboccata appare quella buona. Però di lottare contro Red Bull e Mercedes per la vittoria, non se ne parla proprio.
GIOVINAZZI, MISTERO STRATEGIE ALFA SAUBER…
Almeno per ora. Su una pista che ha ampie curve e traiettorie diversificate, si sono visti un po’ di duelli nelle retrovie con tanto di ruotate fra Raikkonen e Alonso, Alonso e Giovinazzi e via di questo passo. Se davanti la tensione era tutta sul filo dei secondi, dietro c’è stata battaglia vera. Peccato che Giovinazzi sia arrivato 11 dietro a Vettel e non abbia beccato un punto. La solita strategia Sauber a favore di Raikkonen di fatto lo aveva messo fuori, visto che ha cambiato le gomme 7 giri prima di Kimi ed era in crisi. Speriamo che il suo attenersi agli ordini del team possa essergli utile in futuro, da quanto si vede in pista si fatica a capire alcune cose…