CONTROMANO: NON VORREMMO RIVEDERE IL 2021

RODOLFO INTELISANO foto PAOLO CICCARONE

 

Il campionato era partito come era finito e tutti a dire che nulla era cambiato, tranne qualcuno che aveva colto qualche piccolo ma significativo segnale, qualcuno in direzione ostinata e contraria, come vuole il titolo di questa rubrica.

E adesso che il vento è cambiato, alla prima occasione in cui il bullo olandese è chiamato al duello con un avversario, eccolo che tira fuori tutto il suo campionario di scorrettezze. La legge è uguale per tutti è scritto nelle aule dei tribunali e non è vero, così come in Formula Uno le regole non sono uguali per tutti, anzi si, per tutti meno che per uno e questa intollerabile acquiescenza non è più accettabile.

In Austria la piaggeria dei commissari ha superato di gran lunga il limite della decenza: fiscalissimi con Piastri per un millimetrico superamento dei track limits in qualifica che, visto l’andamento della gara, gli è costato molto probabilmente la prima vittoria in Formula Uno, fiscalissimi con Hamilton per aver impercettibilmente toccato la riga bianca (prima si dice al briefing che la riga deve essere toccata con tutta la ruota e poi l’averla sfiorata ti costa cinque secondi di penalità, viva la coerenza!), cinque secondi ad una Red Bull per velocità in pit lane, ma come ad una Red Bull? Oddio si saranno detti i commissari, che facciamo? Ma no, vai tranquillo è solo Perez e giù cinque secondi!

Intanto quell’altro, quello della impunità garantita, si rende protagonista di un unsafe release, ma è Verstappen, facciamo finta di niente, superato da Norris e forzato fuori pista ottiene dal corretto Norris di riavere la posizione, poi lui fa lo stesso ma col cavolo che restituisce la posizione. I commissari? Ma chi? Quella vergogna? Mentre Norris urla via radio che Verstappen deve ridargli la posizione, restano in un inquietante silenzio…E poi arriviamo al top dei top: attaccato da Norris, Verstappen si sposta per ben due volte in frenata, non si può, è una regola che è stata introdotta propria a seguito delle manovre pericolose di Verstappen.

I commissari? Muti, la regola vale per gli altri evidentemente, non per lui. Il finale è scontato: all’ennesimo attacco al rampino Verstppen fa la stessa manovra che gli valse la vittoria rubata a Leclerc nel 2019, solo che questa volta gli va male e la sua posteriore sinistra va a brandelli. Purtroppo anche quella del povero Norris che però ci mette di più a cedere e quindi tenta un sorpasso in rettilineo ma Verstappen, tranquillamente, lo spinge sul prato.

A questo punto i commissari pensano di salvarsi la faccia infliggendo allo scorretto olandese dieci secondi di penalità, dopo essersi ben accertati che il buffetto non abbia reali conseguenze per il protetto, mentre Norris si becca cinque secondi di penalità per track limits per essere arrivato lungo, quando un lungo non dovrebbe essere considerato violazione dei track limits, ma del resto di chi stiamo parlando? Al confronto il mitico arbitro Romero dei mondiali di calcio 2002 era uno bravo!

Diciamo basta! Può diventare un campionato molto bello e combattuto se ad un certo signore viene impedito di continuare con le scorrettezze, se non lo si lascia la decisione delle gare a commissari incapaci e vergognosamente succubi dell’olandese a cui tutto è permesso. Del resto, anche il GP d’Austria lo hanno deciso i commissari se avessero inflitto a Verstappen i sacrosanti cinque secondi di penalità per unsafe release, in passato comminati anche per molto meno. Non vogliamo rivedere un altro mondiale rubato come quello del 2021, fateci vedere una battaglia pulita e corretta!

Quanto al pilota Verstappen, qualcuno su Sky, durante la telecronaca delle qualifiche si è lanciato in affermazioni del tutto fuori luogo, dicendo che segue la Formula Uno dal 98 e non ha mai visto un pilota così forte. Sappia quel cronista che seguo la Formula Uno dal 1970 e di piloti forti ne ho visti tanti: da Rindt a Stewart, a Lauda, a Prost, a Senna, a Mansell, ad Alonso a Vettel ma non ho mai visto un pilota così scorretto e non ho mai visto per nessuno una tale intollerabile impunità.


Conclusione: facile fare il fenomeno con una macchina nettamente superiore, tranne poi tirare fuori il peggiore repertorio di scorrettezze ed antisportività quando si è in battaglia con un altro concorrente. Per essere un campione vero non basta saper girare un volante e schiacciare un pedale, ci vuole ben altro.
E se l’autorità sportiva che per molto meno in passato ha squalificato per tre gare Irvine o Grosjean non ha le palle per intervenire, lo facciano gli altri piloti e gli rendano pan per focaccia. Quindi, cari ragazzi, vi do un consiglio che farà scandalo: non appena vi capita di averlo a tiro buttatelo fuori pista, chissà magari così impara finalmente il rispetto per gli avversari. Deve avere paura, perché adesso il bullo del quartierino si sente forte e impunito.

Vi squalificheranno? Certo! Perché per voi le regole valgono, ma come diceva TD Lemon Novecento nel romanzo di Baricco: “fanculo la squalifica” e io aggiungo fanculo questi commissari e basta con l’alibi che loro hanno molti più strumenti per giudicare, è un alibi che serve solo a loro per giustificare decisioni inqualificabili, o peggio, mancanza di decisioni, nel tentativo di chiudere la bocca a chi le cose le vede ad occhio nudo, palesi, grandi come case, suona solo come l’ennesima presa in giro del tifoso povero scemo che tanto non capisce niente e zitto!

Ma io, da povero scemo, zitto non ci sto!

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