LE GT3 DEL GT OPEN SULLA ”NUOVA” MONZA

Testo e foto MARCO FERRERO

 

In tutta onestà, per chi, come il vostro cronista, non aveva ancora avuto modo di attendere qualche evento sul rinnovato tracciato di Monza, c’era una certa curiosità per vedere come il rinnovato anello brianzolo fosse cambiato, senza magari partire col preconcetto dei pareri, peraltro nella quasi totalità non del tutto positivi, dei colleghi che avevano già assistito a degli eventi o che avevano visionato il circuito.

Non solo ma, per conseguenza, anche rendersi conto del comportamento delle vetture, diversamente sollecitate sulle chicanes e sugli ampi curvoni del “tempio della velocità”, e su un asfalto rifatto sul quale il grip poteva evidenziare differenze significative rispetto al passato; il banco di prova, indubbiamente probante, quello delle vetture di classe GT3, quelle che, tra campionati nazionali ed internazionali, più di altre si misurano e si misureranno sul tracciato monzese.

In completo allineamento con quanto mi era stato riferito, il nuovo circuito di Monza lascia qualche perplessità (ed anche delusione); l’appiattimento dei cordoli delle varianti è, oggettivamente, evidente, ed anche solo intuitivamente manca quella spettacolarità che caratterizzava gli ingressi e che evidenziava il “pelo” di chi azzardava traiettorie meno “conservative” (ma la spettacolarità forse non fa più parte delle caratteristiche dei circuiti d’oggi), sia in quanto il nuovo tracciato appare per conseguenza meno “selettivo” e più “facile” da interpretare, il tutto a favore della velocità pura ed a discapito di certe qualità dei singoli piloti. A ciò si aggiunga il nuovo asfalto, in ossequio a quanto richiesto dalla FIA, che viene indicato come avente grip maggiore; la somma dei due fattori certamente va a spiegare certe differenze nelle prestazioni.

Giusto per avere un termine di paragone siamo andati a prendere quanto occorso in Formula 1, giusto per avare un punto di riferimento; il giro veloce in gara del 2024 è stato di Lando Norris con il tempo di 1’21”432, mentre nell’edizione 2023 il miglior rilievo cronometrico era stato di Oscar Piastri in 1’25”072, una differenza di oltre tre secondi e mezzo che appare un’eternità e che può fornire un parametro indicativo di come sia cambiato il circuito; nelle prove ufficiali, per completezza, la differenza era stata comunque di oltre un secondo.

Certamente gli anni passati ci avevano insegnato come le Gran Turismo, sul circuito di Monza, fossero in grado di esaltare i piloti e le loro doti di sensibilità di guida, soprattutto in passaggi impegnativi come la prima variante o la variante Ascari, ora sviliti di buona parte delle loro peculiarità; si tratterà ora di verificare se tale tendenza trovi, fatte le dovute proporzioni, riscontro anche nelle prestazioni delle vetture Gran Turismo, e questa gara dell’International GT Open sarà la cartina di tornasole a tal fine.

Sicuramente i rilievi cronometrici assoluti non potranno fornire indicatori affidabili; il meteo, per tutta la durata del weekend, promette brutto tempo con pioggia praticamente in tutte le sessioni di prova e durante la gara, una situazione che, se non altro, consentirà di verificare se la nuova asfaltatura del tracciato sia realmente più drenante, come era stato promesso, del precedente.

Trattandosi di una gara Endurance sulla durata di 500 chilometri (o due ore e cinquantacinque minuti al massimo) difficile attendersi prestazioni di livello assoluto con continuità, più probabile, anche alla luce del fatto che le classifiche sono ancora aperte a qualunque risultato, soprattutto quella assoluta, la più ambita, ed il coefficiente di punteggio assegnerà punti doppi, che saranno le strategie a prevalere al fine di portare al termine della gara le vetture.

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