C’è un nuovo Heroo in Formula 1…

Comunicato PIRELLI

 

L’epica della Formula 1 da sempre rappresenta i piloti come eroi contemporanei, perché si affrontano ad oltre trecento all’ora stando semisdraiati in un abitacolo ricavato su misura in un guscio in carbonio, avendo alle spalle una power unit che sviluppa circa 1000 HP e un serbatoio di oltre cento litri di carburante. È vero, oggi la massima disciplina automobilistica è enormemente più sicura di un tempo – peraltro nemmeno molto lontano… – ma ciò toglie poco o nulla alla dimensione eroica del pilota. Cosa può esserci quindi di meglio che trovare un eroe – un po’ insolito – sul podio come premio per chi fra i venti partecipanti sarà stato il più bravo? Ecco perché Pirelli ha pensato di creare un trofeo speciale per il FORMULA 1 PIRELLI UNITED STATES GRAND PRIX 2024 e il suo nome è … Heroo!

 

Heroo è stato creato dall’artista e designer italiano Matteo Macchiavelli in collaborazione con Pirelli Motorsport e rappresenta un’interpretazione del connubio fra le monoposto e i pneumatici che le equipaggiano e, al tempo stesso, vuole essere un oggetto che faccia da ponte fra la bellezza e l’eleganza dell’arte e l’emozione, il senso della velocità e l’eccellenza dei materiali che contraddistinguono, fra le altre cose, la Formula 1. È costituito da una silhouette umana con le braccia sollevate in segno di giubilo, rivestita in fibra di carbonio e posta su una base ricavata da una gomma. A differenziare i quattro trofei sono i colori del casco: per quelli destinati al vincitore e al rappresentante del suo team è stato dipinto in giallo oro con finiture in polvere d’oro, mentre l’argento e il titanio sono le colorazioni e le finiture scelte rispettivamente per il secondo e il terzo classificato. La carriera di Heroo non terminerà peraltro sul podio di Austin, in quanto diventerà anche un oggetto di design prodotto in serie limitata per collezionisti e gli amanti dei collectible art toys.

Heroo non sarà l’unica novità che Pirelli porterà ad Austin. Seguendo un percorso iniziato a Miami e proseguito a Montreal, Silverstone e Monza, il Podium Cap sarà in un’edizione speciale, realizzato in denim. È un tessuto che proprio negli USA, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, iniziò ad essere utilizzato anche per capi e oggetti d’abbigliamento – uno fra tutti, i jeans – non più destinati soltanto al lavoro ma anche all’uso quotidiano; successivamente, anche grazie a star del cinema come Marlon Brando e James Dean, il denim diventò di moda e assunse anche un significato culturale come simbolo di libertà e ribellione. Così come le altre edizioni speciali, anche i Podium Cap di Austin saranno in vendita su https://afbmotorsport.com/en/contenido/pirelli-podium-cap-f1-special-editions-26 e sulle piattaforme Fanatics e Stichd.

Trofeo e Podium Cap non saranno le uniche novità in scena nel Gran Premio degli USA, la prima di tre gare consecutive in programma nelle Americhe. L’asfalto del COTA (Circuit of the Americas) è stato in buona parte rifatto, completando gli interventi già attuati due anni fa. In particolare, è stato riasfaltato il tratto fra la curva 9 e la 12 e tra la 16 e la 3, includendo così anche i due rettilinei più lunghi dove viene utilizzato il DRS. Il livello di rugosità potrebbe quindi essere differente rispetto allo scorso anno, visto che di solito il bitume appena posato risulta più liscio della superficie di una pista utilizzata già da diversi anni. Sarà ancor più importante del solito verificare il comportamento dei pneumatici nelle prove libere, peraltro di durata molto più limitata in quest’occasione visto che ad Austin torna in scena il formato Sprint, che prevede appunto soltanto sessanta minuti di prove il venerdì nel primissimo pomeriggio. Inoltre, sono state modificate le vie di fuga in alcune curve introducendo della finta ghiaia – una soluzione già sperimentata in altre piste, come ad esempio Zandvoort – che dovrebbe, sulla carta, diminuire eventuali controversie sul superamento dei limiti della pista senza però creare problemi legati alla possibilità di avere della ghiaia (vera) sul tracciato. Inoltre, il nuovo asfalto potrebbe aver ridotto i piccoli dossi che sono andati formandosi sulla traiettoria ideale nel corso degli anni in alcuni punti e che danno molto fastidio a piloti e vetture, rendendone instabile la guida.

Per l’appuntamento di Austin le mescole da asciutto selezionate sono le stesse rispetto alle ultime due edizioni di questa gara, vale a dire la C2 come Hard, la C3 come Medium e la C4 come Soft. Il COTA è un circuito veramente completo, anche perché nella sua progettazione, firmata dal tedesco Hermann Tilke, sono stati incorporati elementi ispirati da alcune delle piste più impegnative e affascinanti come Silverstone e Suzuka (sezione fra le curve 3 e 6), Hockenheim (una sorta di Motodrom fra la 12 e la 15) e Istanbul (fra la 16 e la 18 sembra quasi di essere tornati all’interminabile curva 8 dell’Otopark). La vera peculiarità di Austin è però la ripida salita che da poco oltre la griglia di partenza s’inerpica fino alla larghissima prima curva, che consente soprattutto al via, molteplici traiettorie e offre sempre grande spettacolo.

In termini di forze esercitate sui pneumatici, il COTA ripartisce il carico in maniera piuttosto equilibrata fra l’asse anteriore e il posteriore e lateralmente piuttosto che verticalmente. Di solito, il degrado è di natura termica ed è quindi anche correlato direttamente alla temperatura ambientale, che in Texas nel mese di ottobre può variare in maniera considerevole da un giorno all’altro. In termini di strategie bisognerà vedere se e come influirà il nuovo asfalto, tenendo presente che la Sprint del sabato costituirà un ottimo banco di prova. L’anno scorso proprio nella gara corta la Medium fu la mescola prescelta dalla maggioranza dei piloti ma ci fu anche chi azzardò la Soft, usata poi solamente nel finale del Gran Premio il giorno successivo allo scopo di ottenere il punto addizionale per il giro più veloce. Di norma, la doppia sosta si è sempre rivelata la strategia più veloce in questa gara, anche perché la sosta singola richiede tantissima gestione del degrado ad ovvio discapito della prestazione. Nel 2023 la mescola più utilizzata è stata la C3, più efficace rispetto alla C2: sarà interessante vedere se le modifiche all’asfalto potrebbero riportare la Hard più in gioco.

Quello di Austin è il secondo dei tre Gran Premi che si svolgono negli USA quest’anno, seguendo quello di Miami e precedendo quello di Las Vegas. La Formula 1 sembra finalmente avviata a fare breccia nell’interesse dei fan a stelle e strisce, anche se già nel 1983 ci furono tre gare (Long Beach, Detroit e Las Vegas). Del resto, gli USA sono il quarto Paese che, statisticamente, ha ospitato finora più prove (77, considerando anche le undici edizioni, dal 1950 al 1960, della 500 Miglia di Indianapolis valide per il campionato iridato Piloti) della massima competizione automobilistica, preceduti solamente da Gran Bretagna e Germania (79 ciascuno) e dall’Italia (107). In totale sono state undici le sedi delle gare: Austin (11 Gran Premi), Dallas (1), Detroit (7), Indianapolis (19), Las Vegas (3), Long Beach (8), Miami (3), Phoenix (3), Riverside (1), Sebring (1) e Watkins Glen (20). Curiosamente, i due piloti che hanno vinto più Gran Premi negli USA saranno ancora in pista questo fine settimana ad Austin: Lewis Hamilton e Max Verstappen guidano la classifica con sei successi ciascuno. Anche fra le squadre c’è un ex-aequo, con Ferrari e McLaren prime con 13 vittorie a testa. Sarà questa edizione del Gran Premio degli USA a sparigliare le carte?

 

 

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