DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT
Rispetto alla Formula 1 degli anni Novanta, pochi sono stati i piloti italiani scesi in pista. A rappresentare il tricolore, in attesa dell’arrivo di Andrea Kimi Antonelli, ci hanno pensato gli orundi Daniel Ricciardo, ormai ritirato, Oscar Piastri e Franco Colapinto
Con l’uscita di scena di Daniel Ricciardo dalla F.1 scompare un altro nome italiano dalla griglia, anche se di italiano aveva solo i genitori. La presenza degli oriundi si è allargata negli ultimi tempi, in attesa che dal prossimo anno torni un italiano al 100 per 100 come Kimi Antonelli. La pattuglia tricolore, che negli anni 90 era la maggioranza della griglia, dividendosi gli spazi coi piloti francesi, di fatto negli ultimi anni è scomparsa.
Dopo Trulli, Fisichella e Liuzzi, abbiamo dovuto aspettare anni prima di vedere Giovinazzi e da qualche anno il drappo tricolore in pista è rappresentato al massimo dagli oriundi. Ricciardo, che gli anglosassoni chiamano Riccardo perché non riescono a pronunciare la i, ha i genitori siciliani, tanto che il padre da ex pilota turismo ha pure disputato una rievocazione della targa Florio e ha corso con le Alfa Romeo della Scuderia del Portello.
L’arrivo di Oscar Piastri in F.1 ha portato un altro australiano di origini italiane: i nonni, infatti, sono toscani ma lui non spiccica una parola di italiano: “Mi hanno consigliato di impararlo perché in F.1 serve” ci ha confidato a Singapore. Un altro pilota di origini italiane è Franco Colapinto. Papà argentino ma nonno di Bari e infatti Colapinto corre con passaporto italiano oltre che argentino, anche se il ragazzo ha un po’ le idee chiare: “Sono argentino, ho solo il passaporto e non voglio che si dica che sono italiano”.
Se è per questo ha pure rifiutato di firmare una bandiera britannica, ricordando la guerra delle Falkland, che lui chiama Malvinas ovviamente. A voler puntualizzare, non è nemmeno di Buenos Aires, quindi porteno puro, ma di Bahia Blanca, un po’ lontano dalla capitale…Vabbè, è giovane e l’ambiente è difficile.