ESCLUSIVO STEFANO DOMENICALI L’uomo la famiglia la passione e l’Africa per dare lavoro

DI PAOLO CICCARONE PER AVVENIRE

In questa intervista a cuore aperto il n.1 di Liberty Media parla per la prima volta della sua adolescenza, della scuola, dei compagni di banco e della passione per le corse, di quando scavalcava le reti per aiutare i ragazzi della CEA a Imola. Ma anche del perché vorrebbe un GP in Africa come occasione di sviluppo

La sua è una storia che parte da lontano, da quando Stefano Domenicali (presidente e amministratore delegato di Formula One Group, la società che si occupa di organizzare il circuito della Formula 1), ragazzino con i pantaloni corti, esce da scuola, scavalca il fossato, e si presenta in autodromo a Imola dove comincia a darsi da fare aiutando commissari, servizio antiincendio, portando i cestini del pasto. Sono passati i decenni, ma quella passione per i motori non è ancora passata, anzi è diventata un lavoro…

«È stato un privilegio – ci dice seduto nel suo ufficio nella direzione gara del circuito di Singapore – perché è stata una passione che ti circonda e ti coinvolge a tutto tondo. Sono contento e felice di questo perché lo sento come una responsabilità maggiore nelle funzioni che devo esercitare». Una passione che si è sviluppata in un liceo di Imola, dove altre figure di spicco del mondo italiano e non solo, si sono affermate.

Cosa aveva di così speciale quella scuola?
«Guarda, il liceo scientifico Valeriali di Imola è ancora sulle rive del Santerno, dalla parte opposta a dove c’è il paddock del circuito di F.1, è la scuola dove sono cresciuto e ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare ancora un gruppo di ragazzi e ragazze cui sono ancora molto legato. Non è un caso che, una volta all’anno, ci ritroviamo tutti per una cena e nell’edizione di quest’anno abbiamo pure stampato qualcosa a ricordare i 40 anni della 5B… La famosa quinta B del Liceo Valeriali. Ho avuto la fortuna di crescere con un gruppo variegato di persone, con idee diverse e da giovani discutevamo di tutto, dalla politica, allo sport ai temi sociali. Sono stato circondato da persone speciali ed eccezionali dove ognuno ha seguito il proprio percorso, professionale, umano, spirituale, ma siamo ancora tutti molto legati. Ci sono persone che stanno lasciando il segno nella realtà dove sono nato e questo per me è stata fortuna».

Col sindaco di Imola al recente GP dello scorso maggio

La scuola come elemento di formazione continua ad essere quindi basilare, ma l’altro insegnamento che emerge è che poi, alla fine, uno deve seguire la propria passione…
«Sicuro, il primo nucleo è la famiglia, il secondo è senza dubbio la scuola. Ai miei tempi c’era anche un altro elemento importante: prima di andare al liceo, io frequentavo l’oratorio dei frati cappuccini vicino a casa mia. E’ una parte importante perché lì si completava quello che non si riusciva a finire a scuola. E poi c’era la parte sportiva, in quegli anni giocano a pallacanestro a Imola. La passione è qualcosa che ti tiene vivo specialmente nei momenti di difficoltà o quando credi che le cose non siano raggiungibili. Io vengo da una famiglia straordinaria, ma normalissima.

Col presidente del Ruanda Paul Kagame al recente GP di Singapore

Se sono riuscito a raggiungere una posizione che in molti ritengono importante, io dico sempre se ce l’ho fatta io, ce la possono fare tutti. Basta avere determinazione, trovarsi anche al momento giusto al posto giusto. Mai mollare, è l’insegnamento che porto a casa e che trasmetto ai miei figli ogni giorno».

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