Rivoluzione EV a rischio: urgente formazione di tecnici per evitare il collasso delle officine

Marco De FilippoBusiness Development Manager AUTODATA

Immagne generata da intelligenza artificiale

 

“C’è un divario crescente di competenze tra i tecnici automobilistici che non hanno le abilità o gli strumenti per riparare i veicoli elettrici (EV). Senza il supporto del governo, le officine e i riparatori d’auto vengono lasciati indietro nella rivoluzione EV.

“L’IMI prevede una carenza di oltre 29.767 tecnici nel 2035, lo stesso anno in cui il divieto di vendita di nuovi veicoli con motore a combustione è stato esteso. Non solo le officine stanno perdendo denaro rifiutando affari, ma i conducenti di EV non possono accedere ai servizi di cui hanno bisogno per essere sicuri sulla strada. È una situazione di stallo che non può continuare.

Sebbene molti siano entusiasti di un futuro più verde e avanzato, sia i conducenti che l’industria automobilistica sono preoccupati se l’infrastruttura esistente possa gestire l’afflusso massiccio di nuovi veicoli elettrici. Questo è evidente anche in Italia, dove la transizione verso i veicoli elettrici (EV) è ostacolata da una carenza di tecnici qualificati e strumenti adeguati alla manutenzione e riparazione di questi veicoli.

“Attualmente c’è una disconnessione tra aspirazioni e realtà. Se vogliamo raggiungere con successo gli obiettivi del 2030, il nostro nuovo governo deve unire gli incentivi per l’acquisto di EV con investimenti nelle officine britanniche. Senza questo investimento in formazione e strumenti, non saremo mai in grado di colmare il crescente divario tra il numero crescente di EV sulla strada e i meccanici che possono ripararli”.

Anche in Italia la situazione è simile. Secondo il Ministro del Made in Italy e delle Imprese, Adolfo Urso, c’è un’urgenza di anticipare la revisione del piano di blocco delle vendite di motori endotermici, prevista per il 2025, al 25 settembre 2024, durante un vertice a Bruxelles. Il rischio di un collasso dell’industria automobilistica è evidente senza adeguate risorse e investimenti pubblici.

Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha espresso dubbi sul passaggio completo all’elettrico entro il 2035 e Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha sottolineato che lo stop ai motori endotermici rischia di mettere in pericolo 70,000 posti di lavoro, richiedendo una rapida modifica della normativa.

L’Italia, come il Regno Unito, deve affrontare la realtà che la transizione verso i veicoli elettrici non può avvenire senza un investimento significativo nella formazione dei tecnici e nelle attrezzature necessarie. Senza questo supporto, sia i conducenti che le officine resteranno indietro, mettendo a rischio l’intera rivoluzione EV.

In Italia, come nel Regno Unito, le officine stanno lottando per tenere il passo con l’evoluzione tecnologica. I tecnici italiani spesso non dispongono delle competenze o degli strumenti necessari per lavorare sui veicoli elettrici, lasciando i conducenti senza auto funzionanti e le officine senza affari preziosi.

Senza un sostegno significativo da parte del governo e dell’industria, le officine italiane non saranno in grado di affrontare l’aumento dei costi per l’acquisto di nuovi strumenti e la formazione del personale. Urge un investimento in formazione e attrezzature per colmare il divario crescente tra il numero di veicoli elettrici in circolazione e i meccanici che possono ripararli.

Per garantire una transizione senza intoppi verso i veicoli elettrici, è fondamentale che il governo italiano combini gli incentivi per l’acquisto di EV con investimenti nelle officine locali. Solo così sarà possibile colmare il divario tra le aspirazioni verdi e la realtà delle competenze tecniche disponibili

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