IL SALONE DELL’AUTO RIPORTA (FORSE) TORINO COME CAPITALE DELL’AUTO

Testo e foto MARCO FERRERO

 

C’era una volta la Torino automobilistica, quella della Fiat prima produttrice italiana di vetture, quella che aveva contribuito alla motorizzazione della penisola tricolore, ma soprattutto quella di un Salone dell’Auto fiore all’occhiello e simbolo di quel periodo, un evento che attirava annualmente centinaia di migliaia di persone da ogni parte del mondo, uno degli eventi più importanti di ogni anno, occasione per la presentazione di nuovi modelli e cartina di tornasole per verificare lo stato di salute del mondo automobilistico e la sua evoluzione.

Da allora, meglio stendere un velo pietoso (anche due o più) su quanto successo nel tempo, e che hanno portato ad essere il capoluogo piemontese la cenerentola del mondo auto, sulle circostanze che si sono succedute, sulle scelte, aziendali, politiche o quant’altro, che hanno via via depauperato la città della sua tradizione  e della sua importanza.

Negli ultimi anni, solo il Museo dell’Automobile ha saputo, grazie ad una gestione manageriale oculata, mantenere l’immagine della “Torino automobilistica”, mentre gli altri eventi sono via via miseramente scomparsi; basti citare Automotoretrò, che da un paio d’anni si è dovuto trasferire in quel di Parma (e, senza nulla togliere agli amici emiliani, non è la stessa cosa), e lo stesso salone dell’auto, che dopo essere divenuto biennale è stato prima portato all’aperto nel Parco del Valentino, poi traslocato nel centro città e quindi fallimentarmente trasferito a Milano, prima di rientrare quest’anno a Torino.

A monte delle dichiarazioni di facciata e delle entusiastiche conferenze stampa di rito, non comprendendo, ma è un limite del sottoscritto, questo “palleggiamento” di sedi, la speranza è, da vecchio appassionato, che sia la volta buona che il salone dell’auto ritrovi, e definitivamente, la sua collocazione nel capoluogo piemontese, nè si comprende come mai gli eventi automobilistici a Torino non possano rimanerci stabilmente.

Per la verità, era stato contattato l’organizzatore di un evento, classico ed importante, che aveva lasciato Torino, per fare quattro chiacchiere su cosa stia succedendo nella città sabauda, su quali problematiche ci si vada ad incagliare, sul rapporto con le istituzioni ed altri enti, ma l’incontro non ha mai avuto luogo in quanto l’interlocutore, anticipate le tematiche, non ha più dato riscontro.

Tutto ciò premesso, quanto si è potuto vedere nel percorso che percorre la Via Roma, la più centrale della città, attraverso le sue piazze, tra cui la celeberrima Piazza San Carlo, definita “il salotto bene” di Torino, ove sono state collocate le vetture, 43 i marchi automobilistici rappresentati, certamente è risultato interessante ed attrattivo, così come il programma, oggettivamente vario e calibrato per cercare di risultare accattivante agli occhi di tutti gli appassionati.

Come due anni fa, l’evento è stato diviso in una parte “statica” ed in una parte “dinamica”, quella forse di maggior impatto emozionale, a parte l’incidente che ha coinvolto numerosi spettatori; positiva altresì la proposta di non mescolare indiscriminatamente auto e moto, portando esposizione e test ride delle due ruote in Piazza Vittorio Veneto, una modalità che magari ha costretto i visitatori a fare quattro passi, ma il tragitto ne valeva la pena, ma in tal modo concedendo la possibilità di concentrarsi su quanto maggiormente di proprio interesse.

Un evento che si spera abbia a consolidarsi e che si saluta con un arrivederci e con una piccola carrellata fotografica a beneficio di coloro i quali non abbiano potuto presenziare alla manifestazione.

 

(foto di archivio)

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